Le carrozze Tipo 1959, note anche con il nome tecnico di Serie 45.000, appartengono alla famiglia di carrozze di generazione postbellica di costruzione interamente a cassa metallica. Costruite successivamente ad un’altra serie di carrozze tipo 45.000, denominate Tipo 1955/1957, condividevano con quest’ultime la forma e le dimensioni della cassa (salvo una maggiore altezza), ma presentavano aeratori sul tetto e uno scompartimento in meno in 2° classe. Furono realizzate nelle versioni diurne per servizio viaggiatori di 1° classe (Az), 2° classe (Bz) e miste di 1° e 2° classe (ABz) in configurazione di 9 scompartimenti con 6 posti a sedere in 1° classe e 8 posti a sedere in 2° classe. Furono anche realizzate alcune vetture di 2° classe dotate di uno scompartimento per il servizio ristoro (marcate BRz) previste per essere messe in composizione nei treni a lunga percorrenza. Nelle versioni per il servizio notturno, furono realizzate vetture con compartimenti dotati di cuccette del tipo misto in 1° e 2° classe (AcBcz) e di 2° classe (Bcz); queste versioni erano di circa un metro più lunghe rispetto alle versioni diurne per la presenza di un ulteriore scomparto a servizio del personale viaggiante. I primi esemplari vengono consegnati all’esercizio tra il 1960 e il 1961, esercizio che nelle intenzioni delle FS prevedeva treni di prestigio e a lunga percorrenza.
La realtà fu ben diversa, infatti salvo un lotto di vetture entrate in composizione al famoso “Treno Azzurro”(Milano-Napoli, prevedeva carrozze di 1°, 2°, mista e BR) e del quale ereditarono anche la vistosa livrea azzurro/blu, furono ben presto relegate a servizi minori a causa dell’entrata in servizio delle più moderne e confortevoli carrozze tipo UIC-X. Le vetture autorizzate al traffico internazionale differivano da quelle per servizio interno solo di pochi dettagli estetici. Internamente infatti troviamo una pannellatura dotata di un piccolo motivo decorativo al posto di quella bianca liscia delle vetture per servizio interno, mentre esternamente salta subito all’occhio il grosso commutatore di tensione del REC (alimentato in Italia a 3000 v) posto al centro della vettura e i relativi “cassoni” nel sottocassa con le apparecchiature aggiuntive. Le prime serie montavano carrelli tipo 27 in grado di viaggiare fino a 140 km/h, sulle serie successive (e parte delle prime in seguito) vennero montati carrelli tipo 24au in grado di elevare la velocità fino ai 160 km/h potendo quindi entrare in composizione con le tipo UIC-X senza penalizzare il rango del treno. La carriera di queste carrozze è durata fino al 2000 circa quando furono ritirate dall’esercizio e accantonate o demolite; alcune vetture furono invece regalate all’Albania. Un po più lunga è stata invece la carriera delle carrozze cuccette che tra il 1985 e il 1993 furono sottoposte a un rifacimento delle testate e degli interni per somigliare alle carrozze tipo X . Furono ritirate tutte dal servizio alla fine del 2005. La livrea d’origine delle carrozze Tipo 1959 è il castano semplificato; alcune di esse vestirono una livrea di colore azzurro e celeste in quanto destinate al “Treno Azzurro”, un treno di prestigio degli anni ’60 che collegava le città di Milano e Napoli; successivamente furono ricolorate nella elegante livrea grigio ardesia, quella che attualmente riveste i due esemplari restaurati all’associazione Treno DOC, e a partire dalla seconda metà degli anni ’80 vestirono la livrea grigio beige-rosso fegato. Le cuccette “ristrutturate” arrivarono invece a fine carriera con lo schema “Treno Notte” della livrea XMPR. Le vetture attualmente presenti a Palermo ed affidate alle cure dell’associazione Treno DOC, che ne ha curato la riverniciatura ed il restauro, sono le Bz 45.450 e la Bz 45.190, entrambe di 2° classe. La prima è nella versione per servizi internazionali mentre la seconda è in allestimento nazionale. Le vetture sono state inaugurate ufficialmente dall’associazione il 06/01/2014 in occasione del Treno della Befana. Con l’occasione, alcuni membri dell’associazione Treno DOC hanno indossato per la prima volta le uniformi storiche anni ’70 nei colori carta da zucchero, in uso dalle Ferrovie dello Stato dalla prima metà degli anni ’70 fino agli anni ‘90.