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Plastico Sociale di TrenoDoc

    Parte prima “Gli albori”

    Il plastico sociale dell’Associazione TrenoDoc è ubicato nei locali della Sede siti a Palermo in via Perpignano, 215 ed è organizzato in settori smontabili ed asportabili, realizzati mediante  strutture lignee e piani orizzontali in multistrato. Il plastico ha un tracciato che si sviluppa per circa venti metri, con il classico schema ad osso di cane, e dispone di una grande stazione di corsa, con annessa rimessa locomotive e fabbricati annessi, di un raccordo ad una zona industriale, mentre il tracciato in linea si sviluppa in piano in una ambientazione tipica mediterranea. 
    La superficie dell’intero impianto è di circa 17 metri quadrati ed il tracciato è alimentato sia in digitale che in analogico per consentire la circolazione di tutti i rotabili sia di proprietà associativa che dei singoli Soci. Nelle foto successive è riportato lo stato originario dell’impianto, ancora privo di qualunque ambientazione, dalle quali però si evince bene tutto lo sviluppo del tracciato, a meno della zona del raccordo industriale e della zona della rimessa locomotive, che sono state realizzate attraverso modifiche, apportate successivamente.

    Parte seconda “Il tracciato”

    Il tracciato del plastico sociale si sviluppa ad un’unica quota, senza pertanto alcun dislivello o pendenze particolari. Esso ha un andamento planimetrico, che si sviluppa nelle due testate che consentono l’inversione del senso di percorrenza del plastico, nell’ampia area destinata all’impianto di stazione ed attraverso una importante sezione a doppio binario che attraversa due ponti, uno in ferro a travata reticolare ed uno in muratura portante, i quali consentono il superamento di due alvei fluviali. Le due testate sono dotate ognuna di un binario che si deriva da quello di corsa e vi si reinnesta attraverso degli scambi, al fine di consentire il parcheggio di due convogli, che consente un maggiore dinamismo e una diversificazione del traffico ferroviario. Tutto l’armamento è totalmente affidato ai binari Rocoline codice 83, mentre gli scambi sono Roco e Tillig. I motori sottoplancia ad azionamento lento degli scambi, sono Tillig e Fulgurex. Come detto nella parte prima, il tracciato si sviluppa nel suo tracciato di corsa,  per circa 20 metri lineari, ed oltre ad essere dotato di un lungo fascio di sei binari di stazione, dei quali due di corsa o di corretto tracciato, è stato nel tempo implementato con la zona della rimessa locomotive a due stalli più un tronchino, di zona per il rifornitore diesel, di zona per lo scalo merci con asta di manovra, e di recente, di un raccordo verso una zona industriale privata, dotato di due binari tronchi di carico/scarico merci ed un tronchino per lo stazionamento dei mezzi di trazione. Nelle zone delle testate, il tracciato è previsto che sia quasi totalmente in galleria e che tali zone siano ovviamente destinate alla rappresentazione di paesaggi di tipo mediterraneo, o di borghi edificati. E’ infine prevista la realizzazione di un tracciato a scartamento ridotto, posto a quota superiore  (+ 50 cm circa) rispetto a quella del tracciato a scartamento ordinario, che rappresenterà una delle tante ferrovie sicule a scartamento ridotto, con relative opere d’arte e fabbricati ferroviari. I prossimi articoli descriveranno gli stati d’avanzamento dei lavori relativi alle ambientazioni delle varie zone del plastico sociale.

    Parte terza “La sezione destinata all’inversione di marcia”

    Il tracciato del plastico sociale, come detto nell’articolo precedente, si sviluppa su due binari  di corsa, ognuno per i due diversi sensi di marcia. Le due sezioni terminali del plastico sono pertanto destinate all’inversione del senso di percorrenza dei treni. La sezione di sinistra, in particolare, è costituita da un anello circolare con binari Rocoline codice 83  raggio cm. 60, che consente agevolmente e senza problemi,  la circolazione di tutti i modelli delle diverse case modellistiche costruttrici. E’ stato previsto, soprattutto al fine di non rendere visibile l’irrealistica inversione di marcia attraverso curve mai proponibili nel reale, di occultare questa parte di tracciato, realizzando una collinetta dentro la quale il treno circola attraverso i due portali della galleria. E’ stata pertanto realizzata una parte di rilievo collinare sulla quale si arrampica una strada che conduce dapprima ad un’area boschiva attrezzata per il picnic e per il tempo libero delle persone, simulando una delle classiche aree gestite in Sicilia dal Corpo Forestale, con un’area  attigua, destinata ad un’attività di ristorazione ed infine ad un piccolo Santuario posto proprio al termine della strada. Sono stati realizzati inoltre una piccola Cappella sacra lungo la strada ed uno dei classici abbeveratoi per gli animali, tipici delle campagne siciliane. I materiali utilizzati, per realizzare il rilievo,  sono stati i più svariati tra quelli tipici utilizzati per i plastici ferroviari come listelli in legno per la struttura portante, retina metallica per irrigidimento delle parti in rilievo, carta pesta, stucco, polistirolo, lastre di poliuretano espanso etc. Le rocce sono state realizzate incidendo e intagliando piccoli pezzi di poliuretano espanso o utilizzando quei pezzi di sughero usati per la pacciamatura dei giardini. I fabbricati autocostruiti dai Soci dell’Associazione,  sono stati realizzati utilizzando il versatile forex e il cartoncino nei loro diversi spessori. Per la verniciatura e l’invecchiamento, sono stati usati i colori acrilici e le polveri dedicate al weathering. Con l’utilizzo di stucco, di materiali terrosi, di sabbia nonché della classica erba in fibre, del fogliame e dei floccaggi di diverso colore è stata completata infine la parte estetica relativa alla vegetazione ed all’ambientazione. La parte relativa alle essenze vegetali, arbustive ed arboree, è stata realizzata con alberature di derivazione commerciale, ma anche con alberi autocostruiti utilizzando la Teloxis Aristata, o con agavi riprodotte manualmente con cartoncino successivamente verniciato. E’ previsto in futuro l’applicazione di uno sfondo perimetrale che possa ancor più aumentare il senso di realismo della sezione del plastico realizzata.

    Parte quarta “La stazione principale di Perpignano”

    Il fabbricato viaggiatori  rappresenta, per dimensioni e volumetria, un edificio congruo alla grandezza dell’impianto ferroviario di una stazione passante di media importanza, coi suoi 6 binari e con due marciapiedi, oltre alla ampia banchina di stazione. L’edificio rappresentato, frutto di una elaborazione di un kit commerciale,  si compone di un corpo di fabbrica a due elevazioni ed un’ala laterale ad una elevazione. E’ dotato altresì di una tettoia in ferro in stile fine ottocento, congrua allo stesso stile del fabbricato viaggiatori. Nel particolare,  il corpo a due elevazioni ha, nei due prospetti lato binari e lato strada, una partitura a 5 luci. Al piano terreno si trovano l’ingresso, la biglietteria, gli Uffici del Capostazione, la sala d’attesa ed altri locali di pertinenza. Al primo piano si trovano gli alloggi dei Capi Stazione titolari. I locali dell’ala laterale sono invece utilizzati da un’attività di ristorazione per gli avventori della stazione. Strutturalmente il Fabbricato Viaggiatori riproduce un edificio in muratura ottocentesco con copertura in tegole a 4 padiglioni, mentre il corpo basso ha identica copertura in tegole (coppi) ma a tre padiglioni. La tettoia, estesa per tutta la lunghezza dei due corpi di fabbrica, simula una classica tettoia in ghisa dotata di mensole di sostegno, ancorate alla muratura del prospetto principale e sostenuta anche da due colonnine in ghisa, e di coronamenti perimetrali decorati in stile liberty ed ha la classica colorazione in verde, dei manufatti metallici dell’epoca. I cartelli di stazione sono riprodotti secondo lo schema grafico e la colorazione del periodo ferroviario Epoca IV, che andava dal secondo quinquennio degli anni Sessanta al primo quinquennio anni ottanta. In tale periodo pertanto saranno ambientati tutti gli altri edifici e manufatti ferroviari che andranno ad essere realizzati nel plastico.

    Tra i fabbricati accessori e le pertinenze della stazione citiamo:

    • Il fabbricato Cessi nella sua tipica configurazione isolata e la suddivisione dei wc per entrambi i sessi;
    • La tipica fontanella in ghisa, in colore verde, immancabile manufatto presente in tutte le stazioni ferroviarie;
    • La villetta piantumata con palme, arbusti ed aiuole fiorite e relative panchine per la sosta ed il riposo delle persone. All’interno della villetta, delimitata con tipica recinzione in cemento, è collocata anche una ruota alata, simbolo presente nello stemma delle Ferrovie dello Stato, e convenzionalmente ritenuta il simbolo del “trasporto” in generale.
    • Un piccolo edificio ad una elevazione adibito a lampisteria, anch’esso presente in molte stazioni di media importanza.

    L’impianto di stazione, oltre che della banchina principale adiacente al primo binario,  è dotato di due lunghi marciapiedi che consentono ai passeggeri la salita e la discesa dai convogli instradati sui binari 2-3 e 4. La comunicazione pedonale tra la banchina principale ed i due marciapiedi, è assicurata da due sottopassi. La separazione dell’area ferroviaria di stazione, con la retrostante area stradale è stata realizzata infine riproducendo un tipico muro di recinzione in pietrame, intervallato da pilastrini rompitratta in mattoni in laterizio. Nei varchi di accesso dall’esterno all’area ferroviaria, sono collocati i classici cancelli in ferro con montanti in ghisa lavorata. Quello ad un’anta permette l’accesso direttamente in banchina mentre quello a due ante, consente di accedere alla limitrofa area destinata allo scalo merci.

    Parte quinta: Il raccordo industriale “Sicilfrigo”

    Sulla parte destra dell’impianto, parallelo al curvone che immette in stazione, è possibile osservare una piccola area industriale privata…la Sicilfrigo! Tale area è raccordata alla stazione Perpignano tramite i binari secondari, in particolare il 5° che porta direttamente dentro l’area dopo aver impegnato uno scambio inglese e superato il cancello d’ingresso. La Sicilfrigo dispone di due binari per il ricevimento e l’inoltro dei carri dotati di ampi marciapiedi per facilitare le operazioni di carico e scarico, oltre a un binario tronco per il ricovero della macchina da manovra; il piazzale risulta in buona parte asfaltato e l’intera area circondata da mura. Vi sono solo 4 edifici: la casa del custode, il piccolo edificio del personale di manovra all’ingresso dello stabilimento, l’edificio principale e un edificio che funge da cella frigorifera. La genesi dell’area è stata piuttosto lunga: inizialmente si pensava di realizzare un impianto per il carico e scarico di cereali e simili, giustificando così un robusto traffico di carri tramoggia. Tuttavia la modesta area a disposizione sul plastico mal si conciliava con impianti del genere che richiedono invece spazi molto ampi ed edifici piuttosto imponenti. Scartate altre ipotesi si è giunti quindi alla configurazione attuale che richiama una piccola azienda del settore alimentare. Per ridurre al minimo i problemi si è preferito posare prima l’armamento e successivamente progettare le strutture in modo da adattarsi perfettamente all’andamento del binario. L’edificio principale, realizzato completamente in forex da 3mm, lastre in resina per i tetti e texture dei mattoni stampata direttamente su carta fotografica ad alta risoluzione, richiama un pò il classico magazzino merci FS. Possiamo quindi immaginare che l’azienda abbia rilevato un area prima di proprietà delle FS e che abbia successivamente modificato il fabbricato per adattarlo alla produzione e allo smistamento dei prodotti alimentari. L’altro edificio, di forma quadrata, ha invece la funzione di cella frigorifera. Anche questo è stato completamente costruito con forex da 3mm e cartoncino di vari spessori. Il manto stradale è stato ottenuto utilizzando sabbia finissima. Una volta stesa sul piano e accuratamente livellata è stata poi “fissata” utilizzando il classico mix di colla vinilica e acqua (con aggiunta di sapone  per romperne la tensione superficiale) esattamente come si fa normalmente per la massicciata; una volta asciutta è stata leggermente levigata e poi verniciata. I muri di cinta sono stati realizzati a mano partendo da comuni listelli di legno. Una volta tagliati a misura sono stati poi sovrapposti e incollati insieme fino a raggiungere l’altezza desiderata, un ulteriore listello di spessore maggiore e posto in verticale fa invece da pilastro. Una buona verniciatura e un sapiente invecchiamento con polveri e acrilici contribuiscono all’ottimo realismo dell’insieme. I cancelli d’ingresso allo stabilimento sono in fotoincisione e realmente apribili. Quello ferroviario è apribile a due ante, ed è stato realizzato in autocostruzione, mentre quello stradale, con apertura di tipo scorrevole, è di derivazione commerciale ed assieme al paraurti, fanno parte degli unici oggetti “commerciali” presenti.